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Nigeria: sicurezza alimentare e istruzione, fondi per 3 progetti

Abuja, 03 apr. – La Banca mondiale ha approvato tre operazioni in Nigeria, per un totale di 1,08 miliardi di dollari in finanziamenti agevolati, per migliorare la qualità dell'istruzione, contribuire alla resilienza delle famiglie e delle comunità e per migliorare la sicurezza alimentare dei gruppi svantaggiati. Più in particolare - riferisce la stessa istituzione - ci saranno 500 milioni di dollari di finanziamenti aggiuntivi per il programma “Nigeria: Community Action for Resilience and Economic Stimulus (Ng-Cares)”, 80 milioni di dollari per “Accelerating Nutrition Results in Nigeria” (Anrin 2.0) e 500 milioni di dollari per “Hope for Quality Basic Education for All” (Hope-Edu).

Il programma Ng-Cares sostiene il governo nigeriano nell’espansione dell’accesso al sostentamento, ai servizi di sicurezza alimentare e alle sovvenzioni per le famiglie e le  comunità povere e vulnerabili. Il finanziamento per Anrin mira ad aumentare l’utilizzo di servizi nutrizionali di qualità ed economici per le donne incinte e le madri che allattano, le ragazze adolescenti e i bambini sotto i cinque anni in aree selezionate. Il nuovo finanziamento per Hope-Edu si concentrerà sul miglioramento dell’apprendimento di base, sull'accesso all'istruzione di base e sul rafforzamento dei sistemi educativi negli Stati partecipanti.

Progettato inizialmente per rispondere alla pandemia di Covid-19, l'operazione Ng-Cares ha raggiunto oltre 15 milioni di beneficiari diretti e si è evoluta in una piattaforma di risposta agli shock che fornisce interventi multisettoriali per i poveri e le persone vulnerabili.

Anrin 2.0 offre un approccio multisettoriale basato su dati concreti per combattere la malnutrizione e l'insicurezza alimentare, concentrandosi sulla salute materna e infantile, sui servizi nutrizionali integrati e sulla sicurezza alimentare delle famiglie.

Hope-Edu fa parte di una serie di tre operazioni correlate, insieme a Hope-Governance e Hope-Primary Health Care. È in linea con gli obiettivi e le strategie del programma di istruzione di base universale del paese. Il programma dovrebbe andare a diretto beneficio di 29 milioni di bambini iscritti alle scuole elementari pubbliche, 500.000 insegnanti delle scuole elementari pubbliche e più di 65.000 scuole elementari pubbliche e dei loro comitati di gestione scolastica.

“Investire nel capitale umano è fondamentale per la Nigeria, poiché offre la migliore opportunità per sbloccare l'enorme potenziale del Paese” ha detto Ndiamé Diop, direttore nazionale della Banca Mondiale per la Nigeria. “Questa nuova serie di programmi - ha aggiunto - aiuterà la Nigeria ad accelerare la qualità dell'istruzione e il sostegno ai cittadini vulnerabili”. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Giordania: cooperazione, Ue approva pacchetto da 500 milioni

Amman, 02 apr. – La Giordania ha accolto con favore l'approvazione da parte del Parlamento europeo, ieri, di un pacchetto di Assistenza macro-finanziaria (Mfa) da 500 milioni di euro per il Paese.

Sufian Qudah, portavoce del ministero degli Esteri, ha rilasciato una dichiarazione ripresa ieri dall'agenzia di stampa cinese Xinhua, secondo cui il Parlamento europeo ha approvato il pacchetto di aiuti con 571 voti a favore. Ha inoltre sottolineato che la Commissione europea proporrà presto un ulteriore pacchetto da 500 milioni di euro per la Giordania.

Qudah ha espresso l'apprezzamento della Giordania per il sostegno dell'Unione Europea, sottolineando che ciò rafforza il partenariato strategico tra le due parti e riconosce il ruolo della Giordania nella promozione della pace e della stabilità nella regione, secondo una dichiarazione del ministero.

A gennaio, la Giordania e l'Unione Europea hanno firmato l'Accordo di Partenariato Strategico Globale, in base al quale la Giordania riceverà un pacchetto di aiuti finanziari per un totale di circa 3 miliardi di euro per il periodo 2025-2027. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Africa: Rusconi (Aics), impegnati in regione Sahel e del Corno

Roma, 31 mar. – Le iniziative della cooperazione italiana in Africa "promuovono il rafforzamento delle autorità e della società civile locali, la creazione di reddito e la sostenibilità a medio-lungo termine, con particolare attenzione alle donne, ai giovani, agli sfollati interni e alle comunità ospitanti, in un’ottica di prevenzione e mitigazione di nuovi conflitti e dispute".

Lo ha detto il direttore dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), Marco Riccardo Rusconi, intervenendo durante l'ultima edizione della manifestazione "Dialoghi sull'Africa", che si è conclusa ieri a Milano. In una nota diffusa per divulgare il suo intervento, l'agenzia ha fornito dettagli su alcune azioni italiane nelle regioni africane considerate strategiche.

Nel Sahel, Aics sta mettendo in atto, tra gli altri, il progetto Idees Jeunes, "che offre supporto tecnico e finanziario per la creazione di microimprese e l’introduzione di unità di trasformazione agroalimentare", focalizzato "sull’inclusività". Un altro progetto considerato significativo in Niger è "l'Iniziativa Agroecologica, che migliora la sicurezza alimentare e i redditi delle comunità nelle regioni di Tahoua e Agadez, promuovendo tecniche sostenibili che rispondono alle sfide climatiche e supportano la filiera delle pelli e del cuoio, con benefici diretti per donne e giovani".

In Burkina Faso, l’iniziativa Sustlives, finanziata dall’Ue, e implementata in collaborazione con il Ciheam di Bari, "promuove la sostenibilità agricola e la resilienza nelle zone rurali, favorendo la biodiversità e creando opportunità economiche per le donne e i giovani". Nelle aree periurbane di Ouagadougou, il progetto Cravo sostiene, secondo i suoi promotori, "sistemi agroalimentari sostenibili, migliorando la gestione delle risorse naturali e contribuendo alla sicurezza alimentare".

Anche nel Corno d’Africa, la Cooperazione italiana è presente con progetti che spaziano dalla nutrizione alla promozione dell’imprenditoria femminile.

In Sudan, il progetto “Nutri-Sud” si concentra sulla sicurezza nutrizionale, mirando a ridurre la malnutrizione infantile e materna. Il programma, che include trasferimenti alimentari e attività educative, coinvolge attivamente la società civile locale per cambiare i comportamenti alimentari e migliorare la dieta delle donne in gravidanza e dei bambini sotto i cinque anni.

In Etiopia, l’iniziativa Women Entrepeunership Development Program "ha avuto un impatto significativo, creando la prima linea di credito in Africa dedicata alle donne imprenditrici. Il programma ha formato oltre 43.710 donne nella gestione d’impresa e ha offerto prestiti a più di 29.800 imprenditrici. Inoltre, attraverso il progetto Creative Hub di Addis Abeba, sta promuovendo l’imprenditorialità giovanile".

In Sud Sudan, infine, l'iniziativa denominata Rafforzamento della risposta umanitaria in Sud Sudan mira a ridurre la morbilità e mortalità, garantendo accesso a servizi sanitari equi e inclusivi, con particolare attenzione a donne, bambini e persone vulnerabili, in uno sforzo per la stabilizzazione del Paese. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Nigeria: Fmi chiede più accompagnamento per fasce vulnerabili

Abuja, 28 mar. – Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha esortato il governo nigeriano ad accompagnare le sue politiche di stabilizzazione economica con trasferimenti mirati di assistenza sociale per supportare le popolazioni più vulnerabili.

La direttrice delle comunicazioni del Fmi, Julie Kozack, lo ha reso noto durante una conferenza stampa di routine presso la sede centrale del Fmi a Washington Dc.

"Le politiche delle autorità per stabilizzare l'economia e promuovere la crescita sono benvenute. Tuttavia, devono essere accompagnate da trasferimenti sociali mirati per supportare le popolazioni più vulnerabili. Riconosciamo la situazione estremamente difficile che molti nigeriani affrontano", ha affermato.

Ha affermato che il completamento dell'implementazione dei trasferimenti di denaro alle famiglie vulnerabili e il miglioramento della mobilitazione delle entrate nazionali dovrebbero essere priorità fondamentali per la Nigeria.

Kozack ha anche annunciato che lo staff del Fmi visiterà la Nigeria la prossima settimana per preparare la consultazione dell'articolo IV del 2025. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Siria: da Italia 68 milioni di euro per progetti umanitari

Roma, 27 mar. – L’Italia ha stanziato circa 68 milioni di euro per finanziare progetti umanitari e interventi infrastrutturali in Siria, nell’ambito del sostegno alla fase di transizione politica in corso nel Paese. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante un’audizione parlamentare, secondo quanto riferito da Reuters.

Il pacchetto iniziale di aiuti sarà destinato a iniziative nei settori ospedaliero e sanitario, allo sviluppo delle infrastrutture e al rafforzamento delle filiere alimentari. Tajani ha aggiunto che nelle prossime settimane verranno avviati nuovi progetti di cooperazione e che l’Italia intende organizzare un forum economico dedicato alla ricostruzione.

L’impegno italiano arriva dopo che, a dicembre, il gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) ha preso il potere in Siria, ponendo fine al lungo governo dell’ex presidente Bashar al-Assad.

All’inizio di marzo, una conferenza dei donatori guidata dall’Unione europea ha promesso 5,8 miliardi di euro per sostenere le nuove autorità siriane nelle sfide della transizione. In parallelo, i Paesi dell’Unione Europea hanno deciso di sospendere una serie di sanzioni economiche contro Damasco, comprese quelle relative a energia, trasporti, sistema bancario e ricostruzione. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Zambia: da Ue 150mila euro per far fronte a colera

Lusaka, 26 mar. – L’Unione europea (Ue) ha stanziato 150.000 euro per sostenere la risposta dello Zambia all’epidemia di colera. Lo ha rende noto un comunicato emesso ieri dall'Ue nel quale viene precisato che il finanziamento rafforzerà le attività della Croce Rossa locale, che fornisce assistenza urgente alla popolazione colpita, tra cui acqua potabile, assistenza sanitaria, servizi igienico-sanitari e promozione dell’igiene, oltre a iniziative di sensibilizzazione comunitaria per ridurre il rischio di trasmissione.

Secondo quanto riportato, il progetto di risposta d’emergenza avrà una durata di cinque mesi, fino alla fine di agosto 2025, e mira a raggiungere le popolazioni delle province più colpite, Copperbelt e Muchinga. Il contributo fa parte del sostegno complessivo dell’Ue al fondo di emergenza per la risposta ai disastri della Federazione internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa.

Dallo scoppio dell’epidemia, avvenuto a dicembre, i casi di colera confermati nel Paese sono saliti a 351, con nove decessi. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Sudafrica: tubercolosi, obiettivo testare migliaia persone 2026

Johannesburg, 25 mar. – Il vicepresidente sudafricano Paul Mashatile ha annunciato il lancio della campagna nazionale "End TB", con l’obiettivo di sottoporre a test 5 milioni di persone per la tubercolosi entro marzo 2026. L’iniziativa è stata presentata ieri a Gamalakhe, nella provincia di KwaZulu-Natal, in occasione della Giornata mondiale contro la tubercolosi.

"Il Sudafrica è tra i 30 Paesi che rappresentano l’87% del carico globale di tubercolosi. Dobbiamo agire insieme per cambiare questa situazione", ha dichiarato Mashatile nel suo intervento. Secondo i dati diffusi dal vicepresidente, nel 2023 la tubercolosi ha causato la morte di oltre 56.000 persone nel Paese, con più di 270.000 diagnosi confermate. Nello stesso anno, oltre 58.000 persone non sono state sottoposte a test.

La campagna mira ad ampliare in modo significativo la capacità diagnostica, contribuendo alla riduzione dell’incidenza della malattia nel prossimo decennio. "Avvieremo una mobilitazione di massa per coinvolgere tutti i sudafricani", ha spiegato Mashatile, sottolineando l’importanza di un impegno collettivo.

Nonostante il peso ancora elevato della tubercolosi, il vicepresidente ha evidenziato i progressi del Paese nella lotta contro l’infezione e ha annunciato sviluppi promettenti sul fronte della ricerca. "I test clinici per un vaccino contro la tubercolosi condotti in Sudafrica hanno finora dato risultati promettenti. Stiamo preparando la produzione locale e una distribuzione nazionale rapida, non appena saranno completate tutte le procedure previste", ha affermato.

La Giornata mondiale della tubercolosi, celebrata ogni 24 marzo, è dedicata alla sensibilizzazione su una delle malattie infettive più letali a livello globale. In Sudafrica, dove la coinfezione con l’Hiv rappresenta un fattore aggravante, la tubercolosi resta una delle principali sfide sanitarie. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Africa: nasce il podcast sulla salute pubblica africana

Addis Abeba, 24 mar. – Il Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa Cdc) ha lanciato il “Africa Public Health Podcast”, una nuova piattaforma pensata per dare voce agli esperti africani, promuovere l’informazione scientifica e combattere la disinformazione in materia di salute pubblica.

“Crediamo nel potere del racconto per ispirare fiducia e promuovere l’azione”, ha dichiarato Margaret Muigai-Edwin, direttrice della Comunicazione e dell’Informazione pubblica di Africa Cdc citata dall'agenzia Ena. “Questo podcast offre all’Africa il proprio microfono, uno spazio dove esperti, operatori sanitari in prima linea e comunità possono definire la narrazione sulla salute pubblica nel continente”.

Il podcast propone interviste con esperti, testimonianze dal campo e soluzioni guidate dalle comunità, mettendo in luce le strategie africane per la sicurezza sanitaria e l’innovazione. I temi trattati spaziano dalla genomica dei patogeni alla preparazione alle pandemie, dalla sanità digitale al coinvolgimento comunitario, fino alla formazione e al rafforzamento delle capacità locali.

L’episodio inaugurale, intitolato “The Power of Genomics in Disease Control”, vede protagonista Sofonias Tessema, responsabile del programma di genomica dei patogeni presso Africa Cdc, intervistato dalla conduttrice Andisiwe Michelle May. L’episodio esplora il ruolo delle tecnologie genomiche nella rilevazione delle epidemie, con esempi concreti di sequenziamento virale in oltre 40 Paesi africani e l’uso dell’intelligenza artificiale per monitorare malattie come malaria, Ebola e colera.

“Vogliamo rendere comprensibili temi complessi di salute pubblica e avvicinarli alla vita quotidiana delle persone”, ha aggiunto Muigai-Edwin. “Questo podcast è parte del nostro impegno più ampio a costruire un continente informato e consapevole sul piano sanitario”. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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Nord Africa: salesiani, una formazione in linea col Piano Mattei

Tunisi, 21 mar. – Educazione umana e professionale dei giovani, soprattutto dei più bisognosi: questo è il carisma dei salesiani, che da sempre seguono questo metodo educativo ispirato all’insegnamento del loro fondatore, san Giovanni Bosco. Un metodo che si basa sulla logica e sul dialogo, coinvolgendo i giovani in un percorso di crescita. Un cammino che, nel corso dei decenni, ha permesso il riscatto di migliaia di giovani in Italia e in numerosi Paesi dove i salesiani hanno avviato le loro missioni. Questo patrimonio di conoscenze si rivela oggi prezioso anche nell’ambito del Piano Mattei, promosso dal governo italiano per rafforzare la cooperazione economica tra l'Italia e i Paesi africani.

“Una delle preoccupazioni di don Bosco - spiega don Domenico Paternò, superiore della Circoscrizione salesiana che comprende Algeria, Marocco e Tunisia - è sempre stata quella di offrire ai giovani la possibilità di lavorare onestamente e dignitosamente. Formare i giovani a un lavoro corretto, ben fatto e che permetta loro di costruire una vita dignitosa e inserirsi nella società è da sempre al centro dell’azione dei Salesiani. Lo facciamo in Italia, ma anche in 40 Paesi dell'Africa. La nostra è dunque una presenza significativa nel settore della formazione”.

I Figli di don Bosco hanno quindi messo a disposizione del Piano Mattei tutta la loro esperienza. Nei protocolli firmati dall’Italia con Tunisia e Marocco nell’ambito del Piano Mattei è previsto che, per poter lavorare nelle aziende italiane, i giovani africani acquisiscano un livello di italiano A1, conoscano le norme italiane sulla sicurezza sul lavoro e abbiano una preparazione tecnica di base relativa ai mestieri che andranno a svolgere. A Tunisi i salesiani hanno elaborato un piano educativo che prevede 100 ore di insegnamento di lingua italiana, 20 ore di sicurezza sul lavoro e di elementi di base del diritto del lavoro italiano e 30 di professionalizzanti.  In Marocco, invece, la formazione è più approfondita e articolata. Nel centro salesiano di Kenitra, oltre alle lezioni di italiano, si formano elettricisti, tecnici per impianti solari e operatori nel settore delle energie rinnovabili, in grado di occuparsi della manutenzione degli impianti. Attualmente, in Tunisia sono previsti cinque corsi da venti allievi ciascuno di età tra i 18 e i 30 anni, mentre in Marocco si formano 75 persone per ogni corso, della stessa età.

I salesiani collaborano con imprese italiane, ma il loro impegno ha anche un impatto locale. “Il Piano Mattei - sottolinea don Domenico - offre competenze a chi desidera emigrare legalmente, ma anche a chi sceglie di rimanere nel proprio Paese. Il nostro obiettivo è dare ai giovani una prospettiva e un futuro migliore, sia all’estero sia in patria”.

Questa iniziativa ha inoltre un importante risvolto sul piano del dialogo interreligioso. “Indubbiamente, questi corsi favoriscono la fraternità - conclude don Domenico -. Ci muoviamo nella linea tracciata da papa Francesco nell'enciclica Fratelli tutti, ovvero la costruzione di ponti e di occasioni di incontro e collaborazione tra persone di religioni diverse. Si tratta di creare un bene comune condiviso. In un mondo segnato da tanti conflitti, queste iniziative generano pace e speranza. Siamo nell'anno del Giubileo della Speranza e questa ne è una delle applicazioni più concrete”.

 

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Africa: imprenditori immigrati, un motore solido di crescita

Roma, 20 mar. – L’imprenditoria immigrata, Africa in testa, si conferma un pilastro dinamico dell’economia italiana. Lo evidenzia il Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2024, realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos, in collaborazione con Cna, e presentato oggi a Roma presso la Sala conferenze David Sassoli di Esperienza Europa.

Secondo il rapporto, nel 2024 le imprese guidate da immigrati in Italia hanno raggiunto quota 659.709, registrando una crescita del 32,7% negli ultimi dieci anni. Questo dato è particolarmente significativo se confrontato con l’andamento generale dell’imprenditoria italiana, che nello stesso periodo ha subito un calo dell’1,7%​.

La maggior parte delle imprese immigrate (73%) continua a essere costituita da ditte individuali, ma si osserva un’evoluzione strutturale importante: le società di capitale sono aumentate del 160% nell’ultimo decennio, segnalando una crescente solidità finanziaria e competitività​.

L'imprenditoria immigrata ha poi saputo diversificarsi oltre i settori tradizionali del commercio e dell’edilizia. Tra il 2013 e il 2023, si sono registrati forti incrementi nei settori dell’alloggio e ristorazione (+57,6%), dei servizi alla persona (+101,6%), delle attività scientifiche e tecniche (+56%) e della sanità e assistenza sociale (+77,6%).

Se Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto restano le regioni con il maggior numero di imprese immigrate, il Mezzogiorno si distingue per un’accelerazione del fenomeno. In particolare, tra il 2013 e il 2023, la crescita dell’imprenditoria immigrata è stata del 72,8% in Campania e del 33,8% in Puglia. Roma e Milano continuano a essere i poli principali, ma Napoli e Caserta emergono come nuovi centri imprenditoriali di rilievo​.

Uno dei dati più rilevanti del Rapporto 2024 riguarda la crescita delle imprese guidate da donne immigrate, aumentate del 37,8% negli ultimi dieci anni. Un trend che spicca se paragonato al calo del 7,3% registrato per le imprese femminili italiane nello stesso arco di tempo.

I titolari di imprese immigrate provengono da una vasta gamma di Paesi, ma c'è il continente africano in cima alla classifica: la prima nazionalità rappresentata nel 2024 per quanto riguarda le imprese individuali resta il Marocco, seguito dalla Romania, e dalla Cina. Parallelamente, però, stanno emergendo nuovi attori. Le comunità di Pakistan (+130,7%), Bangladesh (+47,3%) ed Egitto (+40%) sono quelle che registrano gli incrementi più rilevanti.

In un contesto di crisi demografica e sfide globali, il rapporto conferma come l’imprenditoria migrante non solo resista alle difficoltà, ma contribuisca attivamente all’innovazione e alla crescita economica dell’Italia. [Agenzia Infomundi – Infocoopera]

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